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LA PAROLA (di Laura Pugno, scrittrice, da “L’Espresso” del 6/2/2022)
MAPPA
La prime cosa che ci insegnano a scuola è che non coincide con il territorio, anche se tutti continuiamo a crederlo, a confondere la mappa col paesaggio visto dai vetri, finché quello stesso paesaggio non ci balza incontro e sulla nostra strada si para, magari, un lupo. (Sì, esistono ancora, non solo nelle fiabe). Oppure si alza la nebbia e cancella ogni cosa, e allora addio mappa.
Serve a trovare la strada, serve anche a perderla, sofisticatissima tecnologia di conquista del mondo e, allo stesso tempo, di invenzione di mondi immaginari. Come ci sussurra beffarda Wislawa Szymborska: amo le mappe perché dicono bugie, recita un suo famoso verso.
Una sfera – con buona pace dei terrapiattisti, che esistono ancora, non solo nelle fiabe, e la cosa ha dell’incredibile – non potrà mai svolgersi su un piano, e li si annidano tutte le distorsioni, tutti i misteri.
Appesa alle nostre spalle sta la proiezione di Mercatore del 1569, utilissima per la navigazione, tuttora usata da Google Maps, e così Europacentrica da aver alterato la nostra percezione del mondo, distorcendo le dimensioni delle regioni terrestri per preservare l’accuratezza delle forme dei continenti, ingrandendo il Nord a scapito del Sud, facendoci sognare la Groenlandia delle stesse dimensioni dell’Africa, in realtà 14 volte più grande.
Davanti a noi, sulle pareti di questa stanza immaginaria, potrebbe stare invece l’Autagraph, la proiezione bidimensionale del mondo del cartografo giapponese Hajime Narukawa, la mappa-origami priva di punti cardinali con il Sud America a testa in giù, l’Antartide improvvisamente piccolissima e l’Africa rivolta verso ovest.
Un diverso modo di pensare il mondo che sulle prime ci disorienta, poi ci invita di nuovo a immaginare. Perché la domanda che ogni mappa in silenzio ci rivolge è, tra distanze e forme, tra te stesso e gli altri, a che cosa sei disposto a rinunciare?
LAURA PUGNO
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1^ MOSTRA
Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo
Ca’ Scarpa, Treviso
A cura di Massimo Rossi
Organizzata da
Fondazione Benetton Studi Ricerche
Dal 5 febbraio al 29 maggio 2022
Dalle mappae mundi dei libri di preghiere del XIII secolo, alle cartografie del mondo dei commerci oceanici, ai tappeti geografici contemporanei, al planisfero di Google Earth, la mostra offre una riflessione sulle dinamiche di costruzione dell’immagine del nostro pianeta, riscoprendo gli archetipi e i cambiamenti che di volta in volta possono mutare la percezione del nostro posto nel mondo sino a farlo divenire incerto e instabile.
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2^ MOSTRA:
Atlante Temporaneo – Cartografie del sé nell’arte di oggi
Gallerie delle Prigioni, Treviso
A cura di Alfredo Cramerotti
Organizzata da
Fondazione Imago Mundi
Dal 5 febbraio al 29 maggio 2022
Sappiamo che c’è mappa e mappa. Esistono una cartografia ‘applicata’ scientificamente e una ‘percepita’ individualmente; ci sono, in sostanza, cartografi-esploratori e cartografi-artisti. Se si comprende il legame tra realtà e raffigurazione, così come esiste all’interno di un’opera d’arte, risulta chiaro che ciò che si percepisce come immediato è in realtà il rapporto tra esperienza e mezzo di rappresentazione. In mostra: Oliver Laric, Jeremy Deller, Paul Maheke, Matt Mullican, James Lewis, Kiki Smith Walid Raad Ibrahim Mahama, Otobong Nkanga Rochelle Goldberg, Seymour, Chwast Enam Gbewonyo, Sanford Biggers e Sarah Entwistle.
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3^ MOSTRA:
Terra Incognita: collezione di arte aborigena australiana
Chiesa di San Teonisto, – Treviso
A cura di D Harding
Organizzata da
Fondazione Imago Mundi
Dal 5 febbraio al 29 maggio 2022
La collezione di arte aborigena australiana, parte della Luciano Benetton Collection, ha avviato un processo di ricerca volto a indagare la vita artistica, culturale e sociale degli artisti e delle comunità che formano il panorama dell’arte aborigena. La mostra offre agli occhi del visitatore una grande installazione composta da oltre ottanta tele dipinte, che crea un paesaggio vibrante di colori, da osservare dall’alto e da una certa distanza, come si conviene agli spazi sacri, e ai luoghi a cui ci si avvicina con rispetto.
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IL PROGETTO
TREVISO CONTEMPORANEA, TRE GRANDI MOSTRE PER MAPPARE IL MONDO INDAGANDO IL PRESENTE
di MARINA GRASSO, da “La Tribuna di Treviso” del 5/2/2021
Un città, Treviso, che svela il suo paesaggio urbano attraverso i luoghi che ne rappresentano il vissuto. Due Fondazioni, Benetton Studi Ricerche e Imago Mundi, che uniscono le loro progettualità per un’indagine nel tempo presente. Tre mostre, in altrettante sedi, per riflettere sull’immagine del mondo, delle sue interpretazioni e delle sue connessioni.
Treviso Contemporanea, nuova piattaforma delle fondazioni trevigiane targate Benetton, debutta con un articolato progetto espositivo sul rapporto tra esperienza e rappresentazione del mondo. E fino al 29 maggio le diverse modalità di indagine nel contemporaneo delle due istituzioni propongono un itinerario tra i luoghi della città restituiti alla comunità dal mecenatismo della famiglia Benetton e dai progetti di Tobia Scarpa. Tra Ca’ Scarpa, la chiesa di San Teonisto e le Gallerie delle Prigioni (fino a pochi anni fa “buchi neri” del tessuto urbano ed oggi vivaci luoghi di cultura) si srotola così un filo narrativo che indaga sulla necessità di “mappare il mondo” intrecciando ricerche artistiche e storiche, semantiche e geografiche, antropologiche e semiotiche.
DISEGNARE IL PIANETA
Potrebbe sembrare la più convenzionale delle tre tappe di questa esplorazione del mondo raffigurato, quella ospitata a Ca’ Scarpa. Eppure “Mind the Map!” sorprende con le quaranta riproduzioni digitali in alta definizione di rarissime mappe conservate nelle maggiori biblioteche del mondo, con gli arazzi e i tappeti a tema geografico delle collezioni di Luciano Benetton, con le sue carte nautiche e le rappresentazioni escatologiche.
Dal racconto fiabesco del mondo del pensiero medievale alle distorsioni necessarie per rappresentare su una superficie piana lo sferoide terrestre, il percorso è suddiviso in tre sezioni dedicate alle grandi epoche in cui si è articolata sia la conoscenza ma anche la rappresentazione del mondo dell’uomo occidentale.
Dal “NON PLUS ULTRA” che intimava di non oltrepassare le Colonne d’Ercole al “PLUS ULTRA” che connota le grandi scoperte geografiche, fino al “THEATRUM ORBIS TERRARUM” che verso la fine del Cinquecento considera un mondo quasi completamente svelato e disegnato da autori che hanno sempre avuto un’idea o un committente da onorare. E che continuano ad averla, come svela anche l’accurata analisi della mappa di Google o lo straordinario arazzo coreano in seta che rappresenta una sorta di planisfero faunistico, nel quale le sagome dei continenti sono ottenute riproducendo in essi gli animali che li abitano.
Tante diverse espressioni per un unico messaggio: le mappe mettono in ordine il mondo in modo soggettivo. Per questo va prestata loro grande attenzione.
La mostra è anche accompagnata da un poderoso volume del suo curatore, Massimo Rossi: non un semplice catalogo ma un prezioso approfondimento edito da Fondazione Benetton e Antiga Edizioni.
INCLUSIVITÀ
“Terra incognita” a San Teonisto è una grande installazione formata da oltre duecento tele di artisti aborigeni contemporanei, parte della Luciano Benetton Collection: opere d’arte che sono espressione dei legami con gli antenati, con gli spiriti, con la propria tribù. In esposizione diventano un grande tappeto coloratissimo che riempie quasi tutto il pavimento dell’ex chiesa, ma sono una vera e propria sfida alla comprensione della cultura di uomini e donne contemporanei che continuano le pratiche della più antica cultura sulla terra, riflettendo la diversità geografica e culturale dei tanti gruppi linguistici e culturali che compongono l’Australia. Una grande mappa culturale, inclusiva e spettacolare.
IL VISSUTO
«Ciò che noi leggiamo in una rappresentazione (cartografica o artistica) dipende, in fin dei conti, non dalla sua verosimiglianza rispetto al soggetto rappresentato, ma dai metodi e dalle regole che adottiamo per la sua lettura», spiega Alfredo Cramerotti, curatore di “Atlante Contemporaneo” alle Gallerie delle Prigioni, che pone in rilievo come i vissuto di ciascuno degli artisti internazionali in mostra proroga un’analisi tra realtà e rappresentazione che è anche un’evoluzione del concetto di mappa. Come un’opera d’arte sia anche una mappa percettiva e fisica che permette di orientarsi nel mondo al di là delle coordinate geografiche.
Le tre mostre saranno aperte ogni venerdì (15-19), sabato e domenica (10-19); il biglietto (intero euro 10, con varie riduzioni) è unico per le tre sedi ed è acquistabile anche online (liveticket.it). (MARINA GRASSO)
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1^ MOSTRA:
MIND THE MAP!
disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo
Mind the Map! è una mostra sull’immagine del mondo, sull’audace tentativo intellettuale umano di disegnare lo spazio terrestre e di vederlo tutto insieme in un’unica rappresentazione grafica.
Dalle mappae mundi ospitate nei libri di preghiere del XIII secolo alle straordinarie costruzioni cartografiche che dibattono e progettano il mondo dei commerci oceanici nei secoli delle scoperte geografiche, dai tappeti geografici contemporanei alla mercatoriana mappa del mondo di Google, l’esposizione offre l’opportunità di riflettere sulle dinamiche di costruzione dell’immagine del mondo con la quale quotidianamente ci confrontiamo. Gli esemplari in mostra saranno riproduzioni ad alta definizione, provenienti da biblioteche nordamericane, europee e giapponesi, mentre i tappeti geografici del XX e XXI secolo, appartenenti alle collezioni geografiche di Luciano Benetton, saranno esposti in originale.
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Per ammirare i mappamondi e i planisferi elaborati dall’antichità ai nostri giorni un libro dal medesimo titolo, pubblicato dalla Fondazione Benetton (in coedizione con Antiga), disponibile già dal giorno dell’inaugurazione, offre ulteriori approfondimenti. Il lungo lavoro di ricerca svolto dall’autore e curatore della mostra, il geografo Massimo Rossi, e i contatti con le maggiori biblioteche mondiali hanno consentito la riproduzione delle più importanti e preziose cartografie disponibili e utili per ricostruire il variegato e straordinario processo di costruzione dell’immagine del mondo. I grandi pannelli dell’esposizione, gli audiovisivi, i filmati e un meditato itinerario con audioguida faciliteranno per il pubblico la comprensione delle varie mappe elaborate dall’età romana fino alla piattaforma di Google Earth, con importanti incursioni artistiche nella geografia, mentre il volume, riccamente illustrato, con maggior spazio e intensità entra nel dettaglio di ogni mappa collocandola nel proprio ambito storico e sociale, per connetterla alla relativa committenza, alla responsabilità esecutiva, alla particolare finalità e ai legami con altri esemplari. Suddiviso, come la mostra, in tre sezioni (Non plus ultra, Plus ultra, Theatrum orbis terrarum), il volume di oltre 200 pagine costituisce un ulteriore saggio delle modalità di lavoro circolare della Fondazione Benetton: dall’idea alla ricerca documentale e bibliografica, dall’elaborazione espositiva al progetto editoriale.
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La mostra prevede inoltre una stagione di concerti e un ciclo di incontri che accompagnerà il periodo dell’esposizione con il contributo dei maggiori studiosi sui numerosi temi affrontati.
Questo il calendario delle conferenze, in programma per cinque giovedì:
10 febbraio (ore 18), Massimo Rossi, Mind the Map!; 10 marzo, Simonetta Conti (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), L’oceano degli spagnoli; 24 marzo, Carla Masetti (Università Roma Tre), I viaggi di Amerigo Vespucci; 14 aprile, Annalisa D’Ascenzo (Università Roma Tre), Il primo viaggio intorno al mondo; 12 maggio, Angelo Cattaneo (CNR), L’Occidente visto dall’Oriente: Kangnido.
GEOGRAFIA E ARTE DECLINATE A TREVISO CONTEMPORANEA
dal Corriere del Veneto, 5 feb 2022
– Fondazione Benetton e Imago Mundi inaugurano Treviso contemporanea Tre grandi mostre, tra mappe e terre –
Il mondo sotto mano a Treviso, fino al 29 maggio per chi vedrà le tre mostre circoscrittte nel miglio d’oro Benetton tra San Teonisto, Ca’ Scarpa e Gallerie delle Prigioni. Un autentico fuoco d’artificio di saperi, arte, bellezza, frutto della felice congiunzione parentale tra Fondazione Benetton Studi Ricerche e Fondazione Imago Mundi, intorno al tema delle geografie, o meglio della mappa e delle sue più svariate e divaganti versioni.
«Occhio alla mappa!» ovvero Mind the map! a Ca’ Scarpa a cura di Massimo Rossi regala allo sguardo felicità pura lungo i tre piani espositivi con quaranta enormi pannelli riproducenti planisferi e mappamondi di tutti i tempi a partire dalle mappae mundi comprese nei libri di preghiera del 1200: le colonne d’Ercole a definire il mondo conosciuto, oltre le quali il diavolo e il nulla.
Tre sezioni per una giostra di mari e terre, portolani per i naviganti, strumenti di conoscenza per i potenti della terra, perché, come scrive l’ottimo Massimo Rossi «Disegnare il mondo significa comprenderlo, contenerlo, dargli forma e testimoniare la consapevolezza e il desiderio di interpretarlo, sistemarlo», e, pare, i Veneziani in questo erano maestri.
Come dire che chi possedeva la mappa del mondo, possedeva il mondo, un tempo e oggi, come dimostrano le splendide rappresentazioni in arazzo-tappeto della collezione privata di Luciano Benetton, significa invece interpretarlo e forse predirne il destino, come ci dicono i mappamondi di arte coreana e tanzana, popolati solo da animali e vegetali.
Molto di più che un catalogo, il cospicuo e illustratissimo libro di Massimo Rossi, pubblicato da Fbsr e Antiga edizioni. Occhio alla mappa, dunque, prima di entrare nel mondo dell’arte contemporanea – l’iniziativa corale delle due Fondazioni porta il titolo di Treviso Contemporanea: tre mostre insieme, grande fatica e grandi meriti – alle Gallerie delle Prigioni, dove il curatore Alfredo Cramerotti (di lunga esperienza curatoriale in Gran Bretagna) ha allestito Atlante Temporaneo.
Cartografie del sè nell’arte di oggi: 14 artisti internazionali affrontano il tema del racconto di sè, corpo-psiche, le sue labilità e impermanenza, mediante narrazioni simboliche nelle quali si può leggere, con variabili soggettive, una mappatura fatta di simboli. La semantica di materia, segno, gesto al servizio di un dire artistico mai circoscrivibile, sempre libero e spesso sorprendente.
Tra tanti ci piace segnalare la mappa del newyorkese Seymour Chwast Coitus Topographicus degli anni Ottanta, il diagramma di flussi Storia del mondo 1994- 2007 di Jeremy Deller, l’arte tessile di Enam Gbewonyo che riflette sulla propria corporeità di donna di colore.
Qualche centinaio di metri più a sud all’interno della piccola mappa trevigiana e molte migliaia di chilometri più in là nella mappa del pianeta, a San Teonisto ci attende la sorprendente Terra Incognita: l’Australia ai nostri piedi, sotto forma di un enorme mosaico di 228 tele di diversi formati, dipinte da artisti aborigeni dell’area del Queensland.
La mostra curata dal D Haring, artista australiano di origine aborigena, ha voluto proporre, dalla collezione di Luciano Benetton, una modalità per noi del tutto nuova di guardare a un’arte davvero per lo più «incognita», legata in modo indissolubile alla terra. Opere che rispondono a modalità ancestrali, nella tradizione della pittura rupestre aborigena, con colori terrosi apposti secondo linee sinuose e puntiformi, tratteggiate seguendo il ritmo segreto dei canti, del battito della terra.
L’installazione è di straordinario effetto: un enorme tappeto che dialoga felicemente con gli affreschi e le strutture del tempio sconsacrato, così come – afferma il curatore Haring, la pittura aborigena concepita nelle grotte e caverne dialoga con la sacralità della natura.
Un ciclo di incontri, attività collaterale a Mind the Map, prenderà il via il 10 febbraio; per info fbsr@fbsr.it e Info@fondazioneimagomundi.it . Ingresso 10 euro cumulativo, ridotto 8 euro, valido per tutta la durata delle 3 mostre. (dal Corriere del Veneto, 5 feb 2022)
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2^ MOSTRA:
ATLANTE TEMPORANEO
Cartografie del sé nell’arte di oggi
Gallerie delle Prigioni, Treviso
A cura di Alfredo Cramerotti
Atlante temporaneo: cartografie del sé nell’arte di oggi è una mostra che presenta un concetto di mappatura alternativa e complementare rispetto all’idea tradizionale di mappa.
La mostra presenta un’idea di mappatura alternativa a quella tradizionalmente concepita. Sappiamo che esistono diversi tipi di mappe: una è l’esito di una osservazione di tipo oggettivo, l’altra è frutto della propria soggettività. Dopotutto, noi non attribuiamo lo stesso valore ad aspetti diversi dell’ambiente in cui viviamo o a momenti della nostra vita. Allo stesso modo, esistono cartografi-esploratori e cartografi-artisti.
I quattordici cartografi-artisti di Atlante temporaneo non si limitano ad osservare l’esteriorità, piuttosto, si focalizzano sull’interiorità. Investigando le loro percezioni, le identità, le emozioni e le sensazioni fisiche e mentali, adottano un approccio tradizionale per mappare, ovvero per riprodurre una rappresentazione della realtà, ma la espandono seguendo itinerari non convenzionali attraverso esplorazioni su identità, spiritualità, subconscio, sentimenti e memorie che interagiscono fra loro e influenzano ciascuno di noi.
Attraversando la mostra, lo spettatore si renderà conto di quanto un’opera possa tradurre la realtà concretizzandola anche al di là della mera rappresentazione, allo stesso tempo è vero anche che molto dipende da quali criteri si adottano per definire tale relazione. Ciò che leggiamo in una rappresentazione (cartografica o artistica) dipende da quali metodi e regole intendiamo adottare in questa lettura.
Atlante temporaneo è un tentativo di identificare quel confine sfumato tra queste due posizioni: la lettura di una persona che, ancora nel bel mezzo della pandemia, rivaluta le sue priorità. La mostra mira a descrivere il nostro orizzonte emotivo, politico ed estetico; esplora, in altre parole, l’aspettativa che noi riponiamo nell’arte di capire di riflesso la nostra realtà quotidiana.
Con Sanford Biggers, Seymour Chwast, Jeremy Deller, Sarah Entwistle, Enam Gbewonyo, Rochelle Goldberg, Oliver Laric, James Lewis, Ibrahim Mahama, Paul Maheke, Matt Mullican, Otobong Nkanga, Kiki Smith, Walid Raad.
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Giovedì 10 febbraio alle ore 18 prendono il via, nell’auditorium della Fondazione Benetton, e in diretta streaming nel canale Youtube della Fondazione, gli incontri collaterali alla mostra Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo, aperta a Ca’ Scarpa a Treviso fino a domenica 29 maggio e organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche nell’ambito di Treviso Contemporanea, progetto condiviso con la Fondazione Imago Mundi, articolato in tre esposizioni sul tema “Mappare il mondo”.
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Il ciclo di appuntamenti si aprirà con una conferenza del curatore della mostra, Massimo Rossi, che illustrerà la genesi e l’articolazione del progetto.
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IL LIBRO
Mind the Map!
Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo / Drawing the world from the 11th to the 21st century
di Massimo Rossi
Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga Edizioni
Treviso 2022
218 pagine, 103 illustrazioni
prezzo di copertina 30 euro, ISBN 978-88-8435-290-3
edizione bilingue, italiano e inglese, in un unico volume
Questa pubblicazione è connessa alla mostra omonima organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche a Treviso, Ca’ Scarpa, dal 5 febbraio al 29 maggio 2022, a cura di Massimo Rossi.
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Nel secolo VI a.C. il geografo e filosofo greco Anassimandro di Mileto fu deriso quando per primo realizzò la figura della terra con un cerchio − una sorprendente Continua a leggere