SABATO 9 MAGGIO – GIORNATA DELL’EUROPA: eventi online in tutta Italia per celebrare i 70 ANNI DELLA “DICHIARAZIONE SCHUMAN” all’insegna della solidarietà europea – Le prove che l’Europa deve affrontare (in questo duro momento) ne possono fare un esempio globale di pace, sviluppo, solidarietà

Il 9 maggio 1950, 70 anni fa, il ministro degli Esteri francese ROBERT SCHUMAN (nella foto) tiene uno storico discorso che è considerato IL PRIMO DISCORSO POLITICO UFFICIALE in cui compare il concetto CHE PORTERÀ ALLA FORMAZIONE DELLA COMUNITÀ EUROPEA. La dichiarazione propone il superamento delle rivalità storiche tra Francia e Germania, grazie alla realizzazione di un’Alta Autorità per la messa in comune ed il controllo delle riserve europee di carbone ed acciaio. Poco meno di un anno dopo verrà creata la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. (da https://www.mandelaforum.it/)

 

IL SIGNIFICATO STORICO DELLA DICHIARAZIONE SCHUMAN

da http://www.treccani.it/

   La dichiarazione Schuman, rilasciata dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman il 9 maggio 1950, che proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (la CECA, nata poi il 18 aprile dell’anno successivo con il trattato firmato a Parigi), fu il primo atto concreto della nascita di un’unione europea. Può forse oggi apparire un passo di carattere troppo limitatamente burocratico, e probabilmente anche allora il suo senso non raggiunse a pieno la maggioranza dei cittadini i cui Paesi (Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) avrebbero aderito all’accordo, ma ebbe invece in quel contesto storico una grande importanza anche ideale; e neppure è un caso che tra i primi aderenti vi fossero, oltre ai due maggiori responsabili del conflitto (Germania e Italia), i Paesi che erano stati il principale teatro della guerra.

   Mentre idee europeiste avevano cominciato a diffondersi e a essere approfondite già nel corso del conflitto (elaborate da pensatori lucidi come Altiero Spinelli o Luigi Einaudi), e benché nell’immediato dopoguerra termini quali “federazione” o “unione” ricorressero negli ambienti diplomatici con insistenza, magari usati indistintamente, ancora nulla di pratico era stato fino ad allora realizzato. In quell’epoca, infatti, più interessati alla nascita di una federazione europea, a un rafforzamento e alla stabilità del blocco occidentale del continente, erano gli Stati Uniti, in funzione antisovietica, ma le sollecitazioni in quel senso venivano raccolte più a parole che nei fatti.

   Nel 1946 Churchill aveva pronunciato un discorso filoeuropeista in cui auspicava il superamento della rivalità franco-tedesca, e tra il 1946 e il 1947 erano sorti diversi movimenti “europeisti” (l’Unione europea dei federalisti a Parigi, lo United Europe movement per volontà dello stesso Churchill, il Mouvement socialiste pour les États-Unis d’Europe, il Movimento federalista europeo italiano di Spinelli ecc.), ma tutti di orientamento molto diverso, e senza che a questo diffuso richiamo a una qualche forma di unione seguisse poi il discorso sulle modalità istituzionali in cui si sarebbe dovuta concretizzare. La maggiore entità creata era fino a quel momento, nel 1949, il Consiglio d’Europa, organo consultivo che non metteva minimamente in dubbio la piena sovranità nazionale dei suoi membri. Materialmente, invece, si stava riproponendo la questione del controllo della Ruhr, posta sotto l’Autorité internationale de la Ruhr, organo che aveva il compito di ripartire tra i Paesi, per la ricostruzione postbellica, le materie prime tedesche, che finivano perlopiù in Francia.

   La dichiarazione Schuman, e la creazione della CECA che ne seguì, fu una presa d’atto che un settore così decisivo per lo sviluppo economico come quello della produzione e del commercio delle materie prime non poteva essere abbandonato nuovamente alla conflittualità egoistica degli Stati e ai loro atteggiamenti predatori e che dovesse essere delegato a un’autorità superiore. Si trattava dunque di un passo decisivo per il superamento di una concezione assolutistica della sovranità alla base degli antichi conflitti europei e, benché limitato a un’area specifica, rappresentava una scelta radicale in quella direzione, tanto che la Gran Bretagna rifiutò di firmare i trattati dichiarando che mai avrebbe permesso tale intrusione nella sua sfera sovrana. Il suo principale ideatore fu Jean Monnet, che pensava così – con una politica graduale – di superare il problema della resistenza degli Stati a cedere una porzione del loro potere.

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Per il 70° anniversario della dichiarazione Schuman EVENTI TRASMESSI ONLINE VE NE SONO TANTISSIMI (vedi su internet “eventi 70° anniversario Schuman”): VE NE PROPONIAMO ALCUNI QUI DI SEGUITO:

https://www.facebook.com/MovimentoFederalistaEuropeo/

LA NUOVA SFIDA PER L’EUROPA – Sabato 9 maggio, dalle 14.30 alle 16.30

Live sulla pagina del Movimento Federalista Europeo (MFE)

– 9 maggio, dalle ore 10.00, “Gli anticorpi del futuro“, evento online organizzato dal quotidiano Il Fogliointerviene la Commissaria europea Mariya Gabriel.

– 8-10 maggio, Associazione Civetta  Milano –  “Europe City Project” – Canali social Instagram e facebook. In particolare il 9 maggio alle ore 10.45 si terrà un Dialogo on-line con la Vicepresidente della Commissione europea Dubravka Šuica.

– 9 maggio 2020 ore 11.00, Comune di Ravenna – “9 maggio 1950 – 9 maggio 2020: da Schuman al tempo della pandemia. Rilanciare il processo di integrazione europea” – Diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube EuRoPe Romagna. Alle ore 11.00 interviene il Capo della Rappresentanza a Milano della Commissione europea Massimo Gaudina.

Molti altri eventi online e webinar saranno organizzati dalla rete Europe Direct.

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European-map_it E LA SUA STORIA vedi: https://europa.eu/european-union/about-eu/easy-to-read_it

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La ZONA EURO (nella mappa i 19 Paesi in BLU) o, altrettanto frequentemente chiamata, EUROZONA, AREA EURO o EUROLANDIA) indica informalmente l’INSIEME DEGLI STATI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA CHE ADOTTANO L’EURO COME VALUTA UFFICIALE ovvero formano l’UNIONE ECONOMICA E MONETARIA DELL’UNIONE EUROPEA. Attualmente l’euro è la moneta ufficiale di 19 dei 27 paesi membri dell’UE. (mappa da Wikipedia)

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La DICHIARAZIONE SCHUMAN, rilasciata dall’allora ministro degli Esteri francese il 9 maggio 1950, giusto 70 anni fa,, proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, i cui membri avrebbero messo in comune le produzioni di carbone e acciaio.

La CECA (paesi fondatori: Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) è stata la prima di una serie di istituzioni europee sovranazionali che avrebbero condotto a quella che si chiama oggi “Unione europea”.

Il contesto storico

Nel 1950, le nazioni europee cercavano ancora di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra mondiale, conclusasi cinque anni prima.

   Determinati ad impedire il ripetersi di un simile terribile conflitto, i governi europei giunsero alla conclusione che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio avrebbe fatto sì che una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali, diventasse – per citare Robert Schuman – “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”.

   Si pensava, giustamente, che mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito ad innalzare i livelli di vita e sarebbe stato il primo passo verso un’Europa più unita. L’adesione alla CECA era aperta ad altri paesi.

La principali citazioni

“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.”

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

“La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio… cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.”

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In occasione dell’anniversario della dichiarazione Schuman, il presidente del Parlamento europeo, DAVID SASSOLI (nella foto) aprirà l’evento: «IL CORAGGIO DI AGIRE: LA LEZIONE DI SCHUMAN 70 ANNI DOPO».
Il presidente dell’Europarlamento ha voluto riunire simbolicamente, nell’Emiciclo e in videoconferenza, le realtà europee che con le loro azioni quotidiane contribuiscono a cambiare e migliorare concretamente le condizioni di vita delle persone più svantaggiate e vulnerabili.
«L’Europa del dopo Covid-19 – ha dichiarato David Sassoli – non potrà essere la stessa. Ci sarà sempre più bisogno di una Conferenza sul Futuro della UE, che non potrà che essere costruita dal basso verso l’alto e che avrà bisogno di ascoltare tutti coloro che, già ora, lavorano per cambiare le cose.»
In Video conferenza interverranno*:
1. Pierre Rabhi, fondatore del movimento Colibrì
2. Luca Casarini, capo Missione in mare di Mediterranea Saving Humans
3. Yayo Herrera, presidente del think tank ecologico Transitions Forum
Interverranno in emiciclo le organizzazioni che stanno collaborando con l’Europarlamento nella solidarietà ai più vulnerabili a Bruxelles:
•    Chez nous – Bij Ons
•    EMMAÜS – LA POUDRIÈRE
•    Samusocial
•    DoucheFLOUX
•    Jamais Sans Toit
•    Croix rouge
L’Inizio è previsto alle ore 10.00 del 9 maggio 2020

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dal sito del Movimento Federalista Europeo

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In occasione del 70° anniversario della dichiarazione di Robert Schuman, il Consiglio italiano del MOVIMENTO EUROPEO, il MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO, la GIOVENTÙ FEDERALISTA EUROPEA e l’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL CONSIGLIO DEI COMUNI E DELLE REGIONI D’EUROPA, hanno adottato la seguente Dichiarazione comune sul futuro dell’Unione europea.

   “Il 9 maggio di 70 anni fa ha segnato l’avvio di un processo rivoluzionario, destinato ad incidere profondamente nella storia dell’umanità. Con la sua Dichiarazione, Robert Schuman annunciava all’Europa e al mondo la nascita di una Comunità radicalmente nuova nei principi che la ispiravano e la guidavano. Era l’avvio del primo processo democratico di unificazione di Stati sovrani; Stati che si erano combattuti ferocemente fino a pochi anni prima, e che sceglievano di unirsi non perché costretti da una minaccia esterna, ma perché consapevoli di dover costruire una comunità di destino, rendendo “non solo impensabile, ma materialmente impossibile” la guerra sul continente europeo. Si trattava del “primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace”.

   Settanta anni dopo l’Europa celebra questo anniversario minacciata da un pericolo diverso, ma la cui drammaticità non mette meno a rischio la sua coesione e il suo futuro. Anche se l’Europa non è in guerra, le conseguenze della pandemia che sta provocando tanti lutti e situazioni dolorose saranno egualmente devastanti per l’insieme della società europea, soprattutto sul sistema produttivo, fra le lavoratrici e i lavoratori, e sulle categorie più deboli nelle nostre comunità.

   Oggi, settanta anni di progressiva integrazione hanno reso tuttavia i cittadini europei molto più consapevoli della necessità di dover fronteggiare uniti la sfida della crisi pandemica. Per questo guardano con rinnovata attenzione alle istituzioni sovranazionali costruite nel corso dei decenni.

   Spetta dunque innanzitutto a loro, al Parlamento europeo e alla Commissione europea, avere l’ambizione e il coraggio di elaborare e di proporre un nuovo grande “Progetto per l’Europa“, condividendo una roadmap che permetta di usare la pandemia come una opportunità per una nuova fase dell’integrazione europea, centrata sui valori comuni a tutti gli Europei nel quadro di una più ampia condivisione della sovranità a livello europeo.

   Le trasformazioni necessarie riguardano la capacità dell’Europa di competere nel mondo globalizzato e di perseguire al tempo stesso con coerenza un nuovo modello di economia verde che sappia coniugare l’uguaglianza delle opportunità, la lotta alle diseguaglianze e alla povertà, la politica di inclusione e promuovere un nuovo eco-sistema fondato sull’obiettivo della piena occupazione e sul contrasto alla precarietà. Tutto questo passa attraverso una rinnovata strategia industriale, che comprenda le PMI e il sistema cooperativo, lo sviluppo della ricerca e di un adeguato sistema di formazione scolastica e permanente, il rafforzamento del Mercato unico. Inoltre richiede una diversa pianificazione dello spazio e del ruolo delle città, l’organizzazione della mobilità, la redistribuzione del tempo, il ricambio generazionale e la parità di genere, le forme della partecipazione civile, la democrazia economica, lo sviluppo della comunicazione e del pluralismo dell’informazione.

   Sono tutte trasformazioni che non possono prescindere dal quadro geo-politico internazionale in un mondo globalizzato dove l’Unione europea deve essere protagonista di un’azione a sostegno della pace e del multilateralismo, promuovendo la riforma delle Nazioni Unite e rafforzando le relazioni speciali con il Mediterraneo e con il continente africano.

   Per fare tutto questo è necessario e urgente far uscire l’Unione europea dai riti paralizzanti dei meccanismi intergovernativi, che hanno indebolito la sua unità e lasciato crescere egoismi e incomprensioni. Oggi, come nel 1950, è giunto il momento di far emergere l’interesse comune europeo invertendo la logica che vincola l’Unione europea ad una negoziazione condotta da ogni Stato con l’obiettivo di trarne dei vantaggi per sé.
Per questa ragione ci appelliamo innanzitutto al Parlamento europeo perché colga l’occasione del 70° anniversario della Dichiarazione Schuman per rivendicare – a nome delle cittadine e dei cittadini che lo hanno eletto – quel potere costituente che possa aprire la strada ad una costituzione federale per l’Europa.

   E’ arrivato il momento di aprire il dibattito e di fare proposte concrete per vedere chi fra gli Stati e i popoli europei sia disposto a dar vita ad un “patto rifondativo” come risposta alla interdipendenza nella dimensione planetaria tragicamente evidenziata dalla pandemia. E’ tempo di una nuova rinascita per l’Europa. E’ tempo di riprendere il cammino verso l’obiettivo delineato da Schuman di una Federazione europea.

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Vedi anche: 

https://www.facebook.com/MovimentoFederalistaEuropeo/videos/948896992213765/

http://www.mfe.it/sito39/index.php/4603-la-nuova-sfida-per-l-europa-70-anniversario-dichiarazione-schuman

MANIFESTO MFE EVENTI

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Robert Schuman

Il testo integrale della dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.

Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent’anni antesignana di un’Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L’Europa non è stata fatta : abbiamo avuto la guerra.

L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni esige Continua a leggere

Notte Europea della Geografia 2019

Venerdì 5 aprile si terrà in tutta Europa la Notte Europea della Geografia 2019. L’evento geografico, ideato nel 2017 dal Comitato Nazionale Francese di Geografia e promossa da EUGEO, consiste in una costellazione di eventi sincroni che coinvolgono team di ricerca, laboratori, associazioni e appassionati. Per un giorno geografe e geografi di tutta Europa mostreranno al grande pubblico alcune delle attività di ricerca e didattiche, in cui sono quotidianamente impegnati.
La Notte mira a migliorare la visibilità e l’incisività della geografia e dei geografi nei confronti del grande pubblico e dei media, comunicando meglio il sapere geografico e la valenza della Geografia per la formazione a “tutto tondo” dei cittadini.

A livello nazionale la Notte è coordinata dall’Associazione dei Geografi italiani (AGEI) in collaborazione con altri enti e associazioni. Gli eventi e le attività proposte dai gruppi di ricerca e dalle associazioni italiane sono oltre 50 e si svolgono in tutta Italia. È stata inoltre redatta una mappa online dove è possibile consultare tutti gli eventi.

 

Il Master in GIScience e Sistemi a Pilotaggio Remoto in collaborazione con il progetto UniPadova Sostenibile dell’Università di Padova, il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale (DICEA), il Museo di Geografia del Dipartimento DiSSGeA, il Dipartimento DSEA, il Dipartimento di Geoscienze, il Dipartimento DAFNAE, le Associazioni Geograficamente e GIShub (Padova), l’Associazione AIIG Veneto, il progetto Spedizione A.M.A.Z.O.N.Y.A. (in collaborazione con National Geographic), l’iniziativa culturale degli studenti GIS and Science, i progetti innovativi Walls and Rivers e Unipedala e i progetti Europei Map4youth e MyGeo, propongono per tutta la giornata diversi laboratori, attività, dibattiti ed eventi totalmente gratuiti, aperti a grandi e piccoli e a tutti gli studenti universitari.

Durante la giornata non potrà mancare il volo con un drone che, alle 15.00, si alzerà su Porta Portello per ammirare dall’alto uno dei quartieri che ospitano alcune sedi dell’Università di Padova. Quest’anno la Notte della Geografia padovana darà spazio anche ai diritti delle persone diversamente abili: l’Associazione Geograficamente accompagnerà tutti coloro che vorranno partecipare nella mappatura, tramite smartphone, dei luoghi accessibili in sedia a rotelle.L’obiettivo è quello di aggiornare la cartografia opensource OpenstreetMap, prestando attenzione a chi si muove in sedia a rotelle.

Dalle 16.00 spazio anche ai più giovani, con il Mini Geo-Lab aperto a tutti i bambini e ragazzi dai 4 ai 12 anni, per avvicinarsi al mondo della geografia giocando! Con “Padova underground” si andrà in esplorazione della Padova sotterranea e a camminare sul mound di origine antropica, costituito da depositi archeologici di età compresa tra l’età del Ferro e il Medioevo e spessi fino a 5-7 metri. La serata vedrà la presentazione del progetto Spedizione A.M.A.Z.O.N.Y.A. (“A.M.A.Z.O.N.Y.A. – Monitoring gas flaring impacts in the Yasuní Biosfere Reserve”), progetto   selezionato dalla National Geographic con cui il gruppo di ricerca Territori delle diversi ecologiche e culturali del Dipartimento ICEA accompagnerà tre studenti di Scienze Naturali, ora laureati, partire per l’Amazzonia ecuadoriana a mappare vecchi e nuovi siti industriali di gas flaring. L’esplorazione mira alla mappatura dei siti di gas flaring nell’area di influenza della Riserva della Biosfera Yasuní utilizzando immagini satellitari, analisi con i Sistemi Informativi Geografici, mappatura sul campo e misure ambientali. Contemporaneamente, presso il Museo di Geografia, si svolgerà l’evento IN VINO VARIETAS, dove sarà offerta ai partecipanti una degustazione ragionata di vini che introduca alla lettura geografica del prodotto attraverso delle riflessioni che approfondiscano i metodi di vinificazione, le zone di produzione e le proprietà dei vini. Alle 20.00, sempre dal Museo di Geografia, partirà la passeggiata per le vie del centro con l’evento Camminando per Padova ho incontrato il mondo, alla scoperta di luoghi o simboli che testimoniano la presenza di altre culture provenienti da varie parti del mondo con le quali siamo in continua relazione o che caratterizzano una parte di città. L’evento, promosso da AIIG Veneto e dall’associazione culturale Play, sarà accompagnato dal sound della Funk Fara Street Band. Durante la giornata spazio anche alla sostenibilità urbana presso il Laboratorio Drones for Good. Nel pomeriggio con il progetto innovativo degli studenti Unipedala (DSEA) si realizzerà un’escursione organizzata in bicicletta, dove, attraverso l’uso di geoapp, si prenderà traccia del percorso e di altri elementi di interesse per caratterizzare lo stato della ciclabile. A partire dalle 21.00 spazio agli eventi “Quanto verde c’è a Padova?”, in collaborazione con il progetto innovativo Walls and Rivers (DAFNAE) e l’evento Maphaton Map4youth. Quest’ultimo evento fa parte del progetto europeo Map4youth che si pone l’obiettivo di favorire la cittadinanza attiva tra giovani cittadini ed i decisori politici della città di Padova, con particolare attenzione al ripensamento e riqualificazione degli aree degradate nel Comune di Padova.

A questo link è possibile visualizzare nel dettaglio tutti gli eventi della Notte della Geografia di Padova e iscriversi agli eventi (si ricorda che gli eventi sono gratuiti ma è necessaria l’iscrizione). Per rimanere aggiornati è possibile inoltre collegarsi all’evento facebook della #GeoNight.

 

 

 

Spedizione OS-Tienshanica 2019: partecipa anche tu e vieni a scoprire le meravigliose montagne del Tien Shan

Ti piacerebbe scoprire assieme a noi il meraviglioso Kirghizistan? Prepara lo zaino e vieni a con noi a seguire le tracce del Barone Osten-Sacken.

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Esattamente 150 anni fa nel 1869, veniva pubblicato il Sertum Tianshanicum, un’opera di botanica straordinaria a metà strada tra il diario di viaggio e la monografia scientifica che ancora oggi è il punto di partenza di ogni indagine naturalistica dell’Asia centrale. Gli autori erano il noto botanico Ruprecht e il geografo, naturalista ed esploratore Barone Osten-Sacken.

Negli anni immediatamente precedenti il Barone aveva condotto una delle prime vere esplorazioni dell’Asia centrale tra i monti del Tien Shan, le Montagne Celesti, in quello che oggi è noto come Kirghizistan.

Egli attraversò e descrisse paesaggi al tempo ignoti, percorsi da pochi esploratori russi che avevano affrontato le steppe dei kirghisi e le invalicabili montagne del gruppo himalaiano che da lì si spinge fino nelle terre indiane.

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Osten-Sacken raccolse campioni naturalistici, fece misurazioni climatiche e geografiche importanti e descrisse oltre 70 specie nuove per la scienza che andarono a completare la sua grande opera del Sertum Tianshanicum.

I monti del Tien Shan sono ancora oggi terre poco esplorate in cui il turismo di massa non è mai arrivato anche se il Kirghizistan è un paese oltremodo accogliente, che si sta aprendo piano piano al mondo dopo gli anni della supremazia russa e guardando con attenzione un futuro in cui la Cina si avvicina sempre di più politicamente e commercialmente.

Cosa rimane oggi delle grandi steppe erbose e dei picchi innevati descritti da Osten-Sacken? Si riesce ancora ad intravedere tra le rocce la sfuggente sagoma del misterioso leopardo delle nevi che trova qui uno dei pochi santuari rimasti al mondo? Vi sono ancora specie nuove da scoprire e quante ne sono scomparse?

Per rispondere a queste domande nel 2018 due nostri soci, la geografa Rachele Amerini e il naturalista Roberto Battiston, hanno ripercorso una parte del viaggio del Barone attraversando a cavallo i passi dell’Ala Tau spingendosi fino al lago ghiacciato di Son Kul.

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Quest’anno una nuova spedizione si appresta a partire per esplorare la valle di Naryn dove Osten-Sacken descrisse gli ambienti più selvaggi ed incontaminati, sulla favolosa Via della Seta fino a giungere al confine con la Cina, dove inizia il misterioso Deserto del Taklamakan Una spedizione aperta, portata avanti come missione scientifica della World Biodiversity Association in collaborazione con Geograficamente e patrocinata dal Master in GIScience e droni per la gestione del territorio di Padova.

Il gruppo che prenderà parte a questa epica spedizione si sta formando in questi giorni ed è possibile candidarsi per farne parte. Non sono richieste esperienze pregresse ma buona volontà e spirito di avventura, chiunque li possieda potrà dare il suo contributo. Non si tratta di un viaggio organizzato ma di un’occasione unica di affiancarsi ad una vera spedizione scientifica, condividere le scoperte, le emozioni e le difficoltà. Le analisi sul campo saranno infatti l’occasione di condividere conoscenze e tecniche per mappare luoghi remoti e conoscere animali e piante di queste regioni in quello che è stato allestito come un “field workshop”.

Le iscrizioni sono aperte e chiudono il 28 febbraio per un viaggio che partirà dall’Italia il prossimo 20 Aprile.

Scarica qui il programma completo e non perdere questa occasione davvero unica: http://bit.ly/ostienshanica

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EVENTI GEOGRAFICI – 6 APRILE 2018: LA NOTTE EUROPEA DELLA GEOGRAFIA

NOTTE DELLA GEOGRAFIA A PADOVA (IL 6 APRILE)
Venerdì 6 aprile, nell’ambito della Notte Europea della Geografia, iniziativa che coinvolge 30 città europee e 22 città italiane, il Master GIScience e Sistemi a Pilotaggio Remoto dell’Università degli Studi di Padova in collaborazione con i Dipartimenti ICEA e DiSSGeA, l’Associazione AIIG Veneto, l’Associazione GIShub e l’Associazione Geograficamente, organizza 7 eventi a Padova che spaziano dal rilievo con drone, alla degustazione geo-ragionata di vini, dal maphaton dei territori dell’Amazzonia allo studio e visualizzazione di immagini satellitari per l’agricoltura.
Sarà un’occasione per toccare dal vivo i nuovi strumenti tecnologici ed interdisciplinari di cui la Geografia dispone e i diversi ambiti di ricerca e applicazione che la disciplina affronta.
Tutti gli eventi sono gratuiti e si concentreranno dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata.

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EVENTI IN PROGRAMMA a Padova il 6 aprile:
GLI EVENTI
PORTI E ONDE IN MINIATURA: visita tecnica al laboratorio Marittimo dell’Università degli Studi di Padova. Sarà possibile osservare un breve esperimento che studia l’interazione fra le onde e un pontile in scala ridotta
H 17.00 – 19.00 | Vasca Marittima, via Ognissanti 39 (PD)

MAPDRONE PD: rilievo fotogrammetrico di Porta Portello con drone DJI SPARK e successiva creazione del modello digitale dalla nuvola di punti
H 18.00 – 20.00 | Porta Portello (PD)

IN VINO VARIETAS. DEGUSTAZIONE GEO-RAGIONATA: sapori di vini e storie di vignaioli che tutelano e danno valore alla diversità ambientale e culturale del paesaggio italiano.
In collaborazione con 1901 – Enoteca Severino
h 18.30 – 20.30 | Museo di Geografia – Università di Padova, salone Palazzo Wollemborg, via del Santo 26 (PD)
Partecipazione gratuita limitata a 40 posti
Iscrizioni entro il 4 aprile all’indirizzo geografia.dissgea@unipd.it

GEODATA E IMMAGINI SATELLITARI PER L’AGRICOLTURA: attraverso una postazione interattiva saranno proiettati i risultati del progetto FSE Droni e Agroecosistemi 4.0 per visualizzare i #satelliti in orbita e scaricare immagini satellitari per le principali applicazioni in agricoltura e non solo
H 21.00 – 23.00 | #LaboratorioD4G, via Ognissanti 39 (PD)

IL PETROLIO, NOSTRO VICINO DI CASA. Scopriamo le attività di estrazione di idrocarburi attorno a noi con #GoogleEarthPro: attraverso l’uso avanzato di strumenti di Google Earth Pro, i partecipanti potranno esplorare la “geografia del petrolio” in Italia visualizzando e prendendo coscienza delle relazioni spaziali tra aree ad alta sensibilità ecologica e culturale e la produzione di idrocarburi H 21.00 – 23.00 | #LaboratorioD4G, via Ognissanti 39 (PD)

PROJECT(ion)S FOR PADOVA: attraverso l’uso di tecniche di video mapping, saranno proiettate sulle superfici di alcuni edifici e luoghi di Padova, visioni e proposte progettuali per quello stesso sito, rappresentando così su architetture reali alcune ipotesi di trasformazione
H 21.00 – 23.00 | Piazzetta Portello, via Marzolo 17 (PD)

AMAZONEYES | #MAPHATON: mappatura della #deforestazione e degli impatti ambientali della produzione di combustibili fossili nell’#Amazzonia ecuadoriana, una delle aree più biodiverse del pianeta
H 22.00 – 02.00 | #LaboratorioD4G, via Ognissanti 39 (PD)
Prenotazioni: geoamazoneyes@gmail.com

MUSEO DELLA GEOGRAFIA A PADOVA(nella foto: Salone del primo piano della Sezione di Geografia di via del Santo 26)

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CARTA DEGLI EVENTI IN TUTTA EUROPA:

http://www.ageiweb.it/eventi-e-info-per-newsletter/carta-degli-eventi-della-notte-europea-della-geografia/

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GLI EVENTI DEL 6 APRILE IN ITALIA:

http://www.ageiweb.it/notte-della-geografia/eventi-proposti-per-la-notte-della-geografia/

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NOTTE EUROPEA DELLA GEOGRAFIA: LE FINALITA’
La Geografia italiana, con il Comitato Italiano UGI e in rete con comunità e comitati nazionali in Europa, partecipa alla Notte Europea della Geografia: ideata dal Comitato Nazionale Francese di Geografia e promossa da EUGEO, con una costellazione di eventi sincroni che coinvolgeranno team, laboratori, associazioni e appassionati nella serata/nottata del 6 Aprile 2018.
Da spazi più classicamente accademici a quelli più sociali e aperti alla città, vogliamo impegnarci, con il concorso di idee e iniziative gestite localmente, a rendere possibile un’affascinante edizione italiana distribuita in tutta Italia!
Questo evento mira a migliorare la visibilità e l’incisività della geografia e dei geografi nei confronti del grande pubblico e dei media, comunicando meglio il sapere geografico e la valenza della Geografia per la formazione a “tutto tondo” dei cittadini. Un evento che ci aiuti a rendere la ricerca geografica più accessibile, contribuendo a valorizzare il nostro lavoro scientifico e didattico.
Gli eventi proposti saranno per questo liberi e aperti a tutti i cittadini.

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THE BLUE MARBLE, NASA 1972, MISSIONE APOLLO 17 – BLUE MARBLE è una famosa fotografia della Terra scattata il 7 dicembre 1972 dall’equipaggio dell’APOLLO 17 (l’ultima missione del Programma Apollo) ad una distanza di circa 45 000 Km. È una delle immagini più distribuite nella storia della fotografia perché è una delle poche che ritraggono la terra completamente illuminata, in quanto al momento dello scatto il Sole era alle spalle degli osservatori. Da quella distanza, la Terra appariva agli astronauti come UNA BIGLIA (blue marble è traducibile dall’inglese come “biglia blu”). Questa foto è utilizzata dal mondo ambientalista come immagine della fragilità della Terra, e del pericolo della sua distruzione ambientale e della limitatezza delle sue risorse naturali

“(…) Lungi dall’essere un inventario polveroso di monti, confini e capitali, LA GEOGRAFIA SERVE A LEGGERE I PAESAGGI: «Vedere i negozi che chiudono e i centri commerciali, le fabbriche abbandonate, i poveri nelle metropolitane quando fa freddo: questa è geografia», dice Carlo Brusa, docente di geografia all’Università del Piemonte Orientale. Materia principe per comprendere RAGIONI E MOVIMENTI DELLE MASSE CHE MIGRANO. O per disegnare le trasformazioni del territorio, definire i piani paesaggistici, aiutare nella COMPRENSIONE E nella PREVENZIONE DEI DISSESTI IDROGEOLOGICI. Per capire e intervenire non bastano Google Maps e gps. Possono servire, non far conoscere. «Non danno i fondamenti disciplinari», dice Brusa. Quelli, però, non li dà più neanche la scuola, dove alla riduzione delle ore si è sommata la trasformazione della materia, la sua «espropriazione» da parte di altre discipline”. (da “il Corriere della Sera” del 21/10/2017)

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FIRENZE: La notte europea della geografia a Firenze

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LA STORIA SI FA ANCHE A COLPI DI MAPPE

di Massimo Rossi, da “La Stampa” del 22/10/2016
Solitamente pensiamo a una carta geografica come a una rappresentazione esatta dei territori raffigurati, disattivando qualsiasi ulteriore riflessione in merito a possibili altre considerazioni. La mappa che non passa inosservata (o quantomeno incuriosisce) è intitolata “VEDUTA D’ITALIA” e risale al 1853, quasi un decennio prima dell’unità politica nazionale.

VEDUTA D’ITALIA (1853, anonimo cartografo)

Il gesto rivoluzionario dell’anonimo cartografo arriva, ancora oggi, dritto nel segno prefissato. Ponendo il Sud in alto si innesca nel lettore un’altra visione, un altro punto di vista da cui guardare il mondo, ed è proprio questa una delle peculiarità della geografia, quella di organizzare e facilitare la comprensione del mondo, il rapporto tra i luoghi, le comunità insediate e gli ambienti geofisici.
La Veduta d’Italia, così come ogni mappa, è una macchina narrativa, un dispositivo tecnico e culturale in grado di comunicare e addirittura reificare, vale a dire rendere concreti concetti astratti come l’idea di nazione.
Il nostro cartografo confeziona un’immagine apparentemente neutra della penisola, protetta dalle Alpi e protesa nel Mediterraneo così come è “oggettivamente” leggibile nella geografia fisica, senza alcun riferimento a suddivisioni politiche come se la natura avesse “naturalmente” disegnato i confini.
Ma la natura non può essere consapevole di determinare un limes, una demarcazione; in natura non esiste discontinuità ed è sempre e solo l’uomo a decidere, arbitrariamente, di dividere un fiume longitudinalmente, o di usare lo spartiacque alpino per differenziare un “noi” sa un “loro”.
Lo storico Gaetano Salvemini e i geografo Carlo Maranelli dibattendo sulla questione adriatica nel 1918 sentenziarono: “Non esistono confini politici naturali, perché tutti i confini politici sono artificiali, cioè creati dalla coscienza e dalla volontà dell’uomo”.

   Tuttavia la Veduta d’Italia proclama esattamente il contrario e delinea non solo il “confine naturale” alpino, ma accoglie i desiderata dell’establishment politico-militare sabaudo: i territori alto atesini, giuliani, istriani e dàlmati, la Corsica e Nizza, fino a rivendicare, laggiù in fondo, con due toponimi, Malta e Tunisi.
Vittorio Emanuele III nel proclama diramato il 24 maggio 1915 si indirizzò ai soldati con queste parole: “A voi la gloria di piantare il tricolore d’Italia sui termini sacri che la natura pose ai confini della Patria nostra”, convocando l’elemento naturale a testimone delle irrinunciabili pretese nazionali.(…..) (Massimo Rossi)

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NON SAPERE DOVE SIAMO: LA GEOGRAFIA DIMENTICATA

di Antonella De Gregorio, da “il Corriere della Sera” del 21/10/2017
«La capitale dell’Africa? L’Egitto!». Non era una battuta, è successo davvero, nella casa più spiata d’Italia, quando una concorrente del Grande Fratello Vip ha voluto mostrare le sue conoscenze geografiche. Non è sola, la ragazza, ad avere una gran confusione in testa: tra gli studenti che hanno fatto la maturità 2017, qualcuno, per dire, ha asserito che Ginevra è una città della Francia. E un’indagine condotta da libreriamo.it su 2.500 italiani tra i 18 e i 65 anni ha rivelato che per uno su tre la capitale dell’Austria è Berlino, la Mole Antonelliana si trova a Firenze e Zagabria è una città della Romania. Non solo nella casa del Grande Fratello, insomma, si affronta il mondo senza conoscerne forma e dimensioni, ma la malattia sembra essere ben diffusa e drammatica. Perché di un malessere si tratta: senza conoscenze di geografia, «viene a mancare una cornice culturale entro cui fondare i nostri giudizi», sostiene CARLO BRUSA, docente della materia all’Università del Piemonte Orientale.
Lungi dall’essere un inventario polveroso di monti, confini e capitali, la geografia serve a leggere i paesaggi: «Vedere i negozi che chiudono e i centri commerciali, le fabbriche abbandonate, i poveri nelle metropolitane quando fa freddo: questa è geografia», dice Brusa. Materia principe per comprendere ragioni e movimenti delle masse che migrano. O per disegnare le trasformazioni del territorio, definire i piani paesaggistici, aiutare nella comprensione e nella prevenzione dei dissesti idrogeologici. Per capire e intervenire non bastano Google Maps e gps. Possono servire, non far conoscere. «Non danno i fondamenti disciplinari», dice Brusa. Quelli, però, non li dà più neanche la scuola, dove alla riduzione delle ore si è sommata la trasformazione della materia, la sua «espropriazione» da parte di altre discipline.
«Di geografia parlano (malamente) gli storici, i filosofi, i sociologi. Mentre chi sarebbe più autorizzato, non è all’altezza», dice FRANCO FARINELLI, docente a Bologna e a lungo presidente dell’Associazione Geografi. Come si è arrivati a questo punto? «L’insipienza viene da lontano: l’ultimo colpo di scure è stato dato cinque anni fa dalla razionalizzazione prevista dalla legge Tremonti-Gelmini. La geografia è diventata la cenerentola della scuola, soprattutto nei licei e negli istituti tecnici. In alcuni professionali è addirittura scomparsa — spiega il docente —. Anche se le ore decuplicassero, però, pochi insegnanti saprebbero scalzare la banalità apparente del discorso cartografico».
Peraltro, i docenti con preparazione specifica sono una piccola comunità: 350 tra ricercatori e ordinari. Un manipolo di coraggiosi, che hanno studiato secondo cliché desueti nei pochi atenei dove il corso è attivo. Inutile dire che i più bravi trovano lavoro all’estero. Se li contendono le rinnovate accademie cinesi e i campus anglosassoni. Come Oxford, dove si è laureata, in Geografia, la premier May.
È ottimista, però, CESARE EMANUEL, rettore dell’ateneo di Novara, che ha di recente ospitato un convegno nazionale sulla disciplina: «Lo studio della geografia è in rimonta nei giovani. Perché ha teoria, metodi, un’osservazione spaziale che consente di mettere in luce problematiche che altri ambiti scientifici non hanno». Certo «bisogna imparare ad appassionare gli studenti», dice Brusa. Serve «una didattica nuova, che parta da escursioni e studi sul campo per arrivare a educare al mondo». Ed ecco che il problema, forse, non è più di tempo, ma di qualità. (Antonella De Gregorio)

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LA GEOGRAFIA SERVE ANCORA? (di Luca Piccin)

(…) la negazione finale e fatale dell’homo geographicus, non è altro che la negazione del RAPPORTO UOMO/NATURA o natura/uomo.
Ed è proprio questo rapporto che mi ha spinto ad iscrivermi al corso di laurea in geografia dei processi territoriali all’università di Padova. Correva l’anno 2004-2005. Io venivo da un anno in falegnameria dopo aver abbandonato gli studi sociologici in quel di Trento. Fu durante il bellissimo corso di epistemologia della geografia tenuto dall’indimenticato Prof. Mauro Varotto, che scoprii le difficoltà che avrei dovuto affrontare, ovvero la presenza di una lobby di architetti che aveva da tempo preso in mano (in Italia) le tematiche geografiche, in particolare quelle di applicazione pratica come la pianificazione. D’altronde, molti di noi, non hanno avuto altra scelta che iscriversi allo IUAV di Venezia per proseguire gli studi oltre la laurea triennale ; l’alternativa era di andare via, lasciare la regione. Io ho scelto quest’ultima strada, complice la fortuna di aver ottenuto la borsa Erasmus per l’isola de La Réunion. Come Laura infatti, è stato un viaggio in un’isola lontana che mi ha fatto capire dell’utilità della Geografia; si potrebbe dire che questo viaggio per noi è stato come un’utopia che diventa realtà.
Al ritorno in patria, supero gli ultimi quattro esami con il massimo punteggio e senza troppi sacrifici, ottenendo persino la lode in ecologia. Neanche il tempo di ottenere il diploma, un venerdì di settembre, e il lunedì successivo sono già occupato! A quattro anni di distanza questa è pura fantascienza…
In realtà, un’agenzia fotografica a 9 km da casa mi aveva accolto per svolgere un lavoro di foto editing, ovvero verificare la corrispondenza tra la didascalia e le immagini dei cataloghi che svariati reporter fornivano per poi essere pubblicati su riviste e siti web di diversi paesi. Questo fu possibile grazie a un annuncio posto al dipartimento Morandini, in cui si cercava qualcuno con competenze in geografia del paesaggio… Complice il fresco ritorno da un viaggio esotico e il relativo gusto per l’avventura, in un contesto di relativo benessere (ancora non si parlava di crisi), decisi dopo sole tre settimane di rimettere a data ulteriore la vita in ufficio, preferendo sbarcare il lunario coi lavori campestri durante i periodi vuoti.
Dopo due anni di avventura in terra transalpina (uno di vacanza-studio in famiglia e l’altro di lavoro in seguito a disguidi burocratici) approdo finalmente al master di Geografia a Montpellier : tra le otto opzioni disponibili è la ricerca che suscita il mio interesse. Mai scelta fu più riuscita : il mio lavoro sul ruolo di Slow Food nella valorizzazione dei prodotti tipici e le dinamiche territoriali in Francia e in Italia mi ha permesso infatti di ottenere nel dicembre 2010 il premio Louis Malassis per i giovani ricercatori, rimesso dal Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici del Mediterraneo.
Nel 2010-2011, io e la mia compagna di sempre, decidiamo di tornare sull’isola dove lei era nata e dove io ero sbarcato quattro anni prima. Contrariamente all’anno precedente, il corso di “Genio Urbano e Ambiente” non è stato all’altezza delle aspettative, malgrado il carattere multidisciplinare e uno stage al CIRAD, centro di ricerca in agronomia e sviluppo con cui ancor oggi collaboro saltuariamente. In effetti, vivere su un’isola come la Réunion puo’ sembrare idilliaco, e per certi versi lo è veramente… Ma non più che in qualunque altro luogo del pianeta, perché abitare significa prendersi cura del nostro ambiente di vita… E queste sono tematiche che interessano senz’altro i geografi, ma anche e soprattuto tutti gli esseri umani.
Oggi io continuo a lottare quotidianamente per vivere, cosi come lotto per ottenere una borsa di dottorato, senza troppo mercanteggiare gli argomenti che voglio difendere, cosa che mi espone a rischi innumerevoli. Nessuno può dirmi quale sarà l’esito di queste lotte, ma il sapere che possiedo e che ho attivamente ricercato e affinato con il tempo, costituisce il bagaglio più importante che mi porto dietro. Questo sapere geografico (ma non solo) trova applicazione quotidiana, perché quel rapporto di cui parlavo sopra è una sorgente di riflessione per chiunque, anche per coloro che non consultano enciclopedie o cartografie. Noi geografi siamo allora in posizione privilegiata, benché in un contesto storico che spinge a svilire il rapporto tra l’uomo e la terra, cosi come tutte le altre dimensioni del vivere, ad una tutt’altro che nobile compravendita. Non è dunque la sola Geografia ad essere minacciata.
La crisi che viviamo non è unicamente finanziaria o economica, è anche crisi ambientale, identitaria, legata al collasso della catena dei significati di fronte allo svolazzare folle delle immagini nelle geografie reticolari della comunicazione globale. La nostra reazione a questo imbarbarimento, a questa perdita di civiltà, ha tutto da guadagnare se associata alla Geografia, in quanto sapere capace di incitare al ragionamento e al voler riappropriarsi di questo rapporto che si vorrebbe cancellare attualmente.
In quanto geografo, concludo allora affermando che: sappiano i nostri nemici che non si potranno ancora a lungo trattare in separata sede l’Umanità e la Natura. La presa di coscienza che l’Umanità è essa stessa parte della Natura è già in atto. In quanto geografo non posso che lavorare quotidianamente per favorire questo nobile processo. (Luca Piccin –

da https://geograficamente.wordpress.com/2012/04/26/a-cosa-serve-la-geografia/ )

REDISCOVERING MESTRE – DOMENICA 8 GIUGNO

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GEOGRAFICAMENTE TI INVITA alla Prima Giornata di Divulgazione Geografica – DOMENICA 8 GIUGNO 2014 – REDISCOVERING MESTRE: INTRODUZIONE ALLO SGUARDO GEOGRAFICO –  Se per te Mestre è una brutta città del nord vicino a Venezia e Marghera è il simbolo delle fabbriche e dell’inquinamento, vieni a scoprire i mille volti che nasconde il territorio! –    Una giornata dedicata alla scoperta dei luoghi e della geografia. Insieme analizzeremo luoghi, paesaggi e tipi geografici; scopriremo come allenare il nostro sguardo per cogliere i diversi elementi che compongono i territori che attraversiamo quotidianamente e gli strumenti che possono essere utili per l’analisi geografica. IL TUTTO IN SELLA ALLA BICICLETTA!

ITINERARIO DI MASSIMA: – forte Marghera, parco di S. Giuliano, barena di Campalto, argine Osellino fino a Punta Lunga – forte Bazzera (Tessera), bosco di Mestre, fiume Dese, forte Carpenedo, Mestre centro e rientro. GUARDALO SU BESTIEPARDE:

http://bestieparde.wordpress.com/2012/11/10/bel-itinerario-nei-dintorni-di-mestre

Lunghezza 30 km ca. – Pranzo al sacco e bicicletta propria. Partecipazione gratuita (si prega di confermare la partecipazione). Ritrovo ore 9.30 in via Paoletti 19, Mestre. Per info e conferme: geograficamente@gmail.com o contattare Cristiano 349.1458070

REDISCOVERING MESTRE: introduzione allo sguardo geografico

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TI INVITA

alla Prima Giornata di Divulgazione Geografica

DOMENICA 8 GIUGNO 2014

REDISCOVERING MESTRE:

INTRODUZIONE ALLO SGUARDO GEOGRAFICO

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   Se per te Mestre è una brutta città del nord vicino a Venezia e Marghera è il simbolo delle fabbriche e dell’inquinamento, vieni a scoprire i mille volti che nasconde il territorio!

   Una giornata dedicata alla scoperta dei luoghi e della geografia. Insieme analizzeremo luoghi, paesaggi e tipi geografici; scopriremo come allenare il nostro sguardo per cogliere i diversi elementi che compongono i territori che attraversiamo quotidianamente e gli strumenti che possono essere utili per l’analisi geografica. Il tutto in sella alla bicicletta!

ITINERARIO DI MASSIMA:

forte Marghera, parco di S. Giuliano, barena di Campalto, argine Osellino fino a Punta Lunga – forte Bazzera (Tessera), bosco di Mestre, fiume Dese, forte Carpenedo, Mestre centro e rientro.

GUARDALO SU BESTIEPARDE:

http://bestieparde.wordpress.com/2012/11/10/bel-itinerario-nei-dintorni-di-mestre

Lunghezza 30 km ca. – Pranzo al sacco e bicicletta propria. – Partecipazione gratuita (si prega di confermare la partecipazione). – Ritrovo ore 9.30 in via Paoletti 19, Mestre. – Per info e conferme: geograficamente@gmail.com o contattare Cristiano 349.1458070

(Con la sua partecipazione ogni escursionista, che viaggia a proprio rischio e pericolo ed è tenuto a rispettare il Codice della Strada, è informato ed accetta che l’associazione promotrice è sollevata da qualunque responsabilità connessa all’escursione per le eventuali evenienze accadute.)